Secondo libro che leggo di John Ridley e sono sempre più invidioso (in senso positivo) del suo modo di scrivere.
Una storia caustica, cattiva, senza personaggi "buoni" e tantomeno con happy ending o messaggi salvifici. Un inferno, come quello del titolo. Senza alcun ritorno.
Le rotaie, l'universo degli hobo ( termine per definire i vagabondi su treni merci), i salti in corsa sui treni : sono il teatro di questa vicenda che vedono Charlie Negro Cervellone alla ricerca di una ragazza scomparsa, nipote del suo unico amico e maestro.
Charlie, il cui vero nome è Charles Harmon, ex avvocato di Los Angeles, ex marito, futuro padre che ha deciso di lasciarsi tutto alle spalle per intraprendere la vita del vagabondo decide di lanciarsi alla ricerca di Corine (nome della ragazza). Ovviamente la ricerca lo porterà in un vero viaggio nel cuore della tenebra ferroviaria e nella tenebra del proprio io.
Tra bande di nazisti sanguinari e desiderio di fuggire dal proprio io, Charlie accompagnato da George Pilminton ( un bastone che diventa personaggio in questo delirio di follia), si avventurerà in una missione più grande di lui, scoprendo un universo parallelo che molti non conoscono.
La crudezza delle immagini e la diretta e caustica scrittura di Ridley poi fanno il resto dando a questo romanzo un tocco sulfureo e tosto come un pugno in gola.
La sua scrittura così cinematografica porta tutti i suoi romanzi ad essere piccoli gioielli adattissimi a trasposizioni cinematografiche.
Consigliata la lettura.
Autore : John Ridley
Titolo : Inferno solo andata
Anno: 2004
Prezzo : Euro 15,00
Editore : Garzanti
- Punti di forza : scrittura caustica, cinematografica e diretta ; ambientazione da moderno West ; personaggi "sfigati" e senza speranza
- Punti di debolezza : non rilevanti
- Voto de L'angolo del nero : 6,5

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