domenica 25 luglio 2021

Quentin Tarantino - C'era una volta a Hollywood



Non avrei mai pensato di recensire un giorno su questo blog un romanzo scritto da Tarantino. Eppure il suo C'era una volta a Hollywood, prima sua fatica in qualità di romanziere, è un ottima opera prima che, pur mantenendo l'ossatura del film uscito due anni fa, ne completa il viaggio arricchendolo di punti di vista.
Innegabile che per il lettore leggere le vicissitudini di Rick Dalton e Cliff Booth avvenga una proiezione nella sua mente con le fattezze di Di Caprio e Brad Pitt. Tuttavia ciò che riesce meglio a Tarantino è quella di sfruttare il mezzo a sua disposizione (in questo caso la pagina scritta) nel miglior modo possibile. 
Infatti mentre al cinema il messaggio viene rafforzato dall'impatto visivo delle immagini, Tarantino nel romanzo sfrutta appieno il tempo della pagina scritta per regalare al lettore un punto di vista "diverso".
Aspetti che nel film quindi appaiono solo accennati ma che diventano essenziali per creare l'effetto di tensione suspence (accompagnato dalle sempre indimenticabili musiche) nel romanzo vengono articolati in interi capitoli lasciando più spazio all'aspetto psicologico ed interiore dei personaggi singoli rispetto all'insieme stesso della vicenda.
Sulla pagina scritta a Tarantino riesce ancor di più rispetto al film ricreare quella simbiosi fra realtà e finzione attraverso il suo saper citare fatti, film, attori, filmografie tanto da rendere questo libro "borghesiano".
Era un marchio di fabbrica dell'autore argentino( e della letteratura Sudamericana del secondo dopoguerra) ricreare biografie fittizie con tanto di citazioni di opere in maniera fitta, rigorosa e certosina che coloro che leggevano non potevano che credere che ciò che stavano leggendo fosse vero.
Il saper citare e amalgamare il tutto sappiamo che è il pane quotidiano di Tarantino e in questo romanzo lo vediamo in maniera esplicita e se in aggiunta ci troviamo anche una sana inventiva capiamo che questo è un ulteriore atto di amore verso il cinema ed un' epoca che stava segnando un punto di svolta e un crepuscolo di una generazione intera. 
Non a caso tra ironia e verità il tema tra realtà e finzione si svolge attraverso il registro dei film western, un genere che stava subendo un declino e una trasformazione in America a discapito dei registi italiani e tale declino schizzofrenico è ben rappresentato dalla figura di Rick Dalton.
Non a caso poi (Senza spoiler) il finale è diverso dal film e pone l'accento ancor di più non sul binomio Realtà/Finzione quanto sul cinema in generale e sulla recitazione come atto stesso di vita e di catarsi.
Per coloro che hanno amato questo film (Io sono uno di questi) dovete leggerlo per regalarvi un complemento necessario. Per coloro che hanno pensato invece che il film non avesse ne capo ne coda questo potrebbe essere un approccio diverso più soddisfacente.


Autore : Q. Tarantino
Titolo : C'era una volta a Hollywood
Anno : 2021
Prezzo : Euro 20,00
Editore : La nave di Teseo (Collana Oceani)


  • Punti di forza : Opera prima di Tarantino che non delude, mantenendo il suo stile di dialogo e ritmo intatto e regalandoci una visione complementare e necessaria rispetto al film; Finale a sorpresa (diverso dal film); bellissima amalgama tra citazione vere e non creando un universo borghesiano credibile ma nello stesso tempo finto, vera essenza della letteratura

  • Punti di debolezza : a volte le eccessive citazioni fanno perdere un poco il filo ma nell complesso delle 350 pagine sono veramente pochi i passaggi cosi "pregni"

  • Voto de l'angolo del nero: 7




 

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